parole di legno
da bruciare d’inverno
da mettere in acqua d’estate e notte tempo
andarmene a pescare
là dove nessuno guarda il sole tuffarsi
tra le squame delle alici
azzurre tra riva e penombra
parole vere nascite del mare.
Vorrei avere il ramo di un lago del come
si vive senza desiderio
per attorcigliarlo
alla caviglia e abituarmi alla liquidità della vita
così sempre diversa e disattesa
così imprevedibile e agile
tra le fatture e le fratture di tutte le fatturazioni
che ci imponiamo per morire
anzi tempo credendoci risorti.
Vorrei un legno
da locomozione a portata di mano
per quando incespico abbandonata
al ciglio delle strade non si sa mai
cosa si trova di là dal feretro di ogni parola.
Vorrei una parola circolare
per andarmene più in fretta oltre il mondo dell’usuale
usura e senza copertura
ciclica vorrei la mente evadere
per trovare una migrazione di pensieri neri
sulla soglia di ogni casa e una sola parola da cantare
prima che di nuovo venga sera.
.
f.f.
Augurando a tutti una Buona Pasqua, cioè un buon cammino.